L’obiettivo di questa mostra fotografica, tenutasi nel salone dei Cavalieri del Centro Diurno Camelot, è stato quello di sensibilizzare sul tema della salute mentale, offrendo uno sguardo introspettivo e profondamente emotivo sugli spazi che un tempo ospitavano persone affette da disturbi psichiatrici
Scatti particolarmente toccanti, poiché mostrano luoghi abbandonati che un tempo erano pieni di vita, sottolineando il contrasto tra il passato e il presente del trattamento psichiatrico.
“La mostra fotografica ‘Storie d’Anima’ narra le vicende di uomini reali e di proiezioni della mia fantasia; gli scatti sono stati realizzati all’interno dell’ex manicomio di fine Ottocento ‘Lorenzo Mandalari’, e nei meandri di Villa Rodriguez, residenza estiva dell’inventore degli aliscafi. ‘Cosa vuole l’anima?’, chiedeva James Hillman ai suoi pazienti, ed in queste parole risiede l’unica spiegazione possibile al mio modo di fotografare, apparentemente studiato, ed in realtà totalmente istintivo e lontano da qualsiasi forma interpretativa, un impatto con l’immagine, un Rorschach senza siglatura. Quelle che vi presento sono le immagini che la mia Anima vuole, e che, tuttavia, ho provato, per la prima volta a raccontare“. Valentina Salvini
L’obiettivo di questa mostra fotografica, tenutasi nel salone dei Cavalieri del Centro Diurno Camelot, è stato quello di sensibilizzare sul tema della salute mentale, offrendo uno sguardo introspettivo e profondamente emotivo sugli spazi che un tempo ospitavano persone affette da disturbi psichiatrici.
Scatti particolarmente toccanti, poiché mostrano luoghi abbandonati che un tempo erano pieni di vita, sottolineando il contrasto tra il passato e il presente del trattamento psichiatrico.
“La mostra fotografica ‘Storie d’Anima’ narra le vicende di uomini reali e di proiezioni della mia fantasia; gli scatti sono stati realizzati all’interno dell’ex manicomio di fine Ottocento ‘Lorenzo Mandalari’, e nei meandri di Villa Rodriguez, residenza estiva dell’inventore degli aliscafi. ‘Cosa vuole l’anima?’, chiedeva James Hillman ai suoi pazienti, ed in queste parole risiede l’unica spiegazione possibile al mio modo di fotografare, apparentemente studiato, ed in realtà totalmente istintivo e lontano da qualsiasi forma interpretativa, un impatto con l’immagine, un Rorschach senza siglatura. Quelle che vi presento sono le immagini che la mia Anima vuole, e che, tuttavia, ho provato, per la prima volta a raccontare“. Valentina Salvini